La gestione dei beni e dei servizi pubblici locali e il coinvolgimento delle comunità nelle politiche di sviluppo locale richiedono una riflessione e un ripensamento dei modelli di partenariato pubblico-privato, in una logica che prenda sul serio il principio di collaborazione civica di cui all’art. 2 Cost. in tutte le sue possibili declinazioni, non solo la sussidiarietà orizzontale (così come descritta dall’art. 118, comma 4, della nostra Costituzione) bensì anche il principio solidaristico della “comunanza di interessi” di cui all’art. 43 Cost., valorizzando dunque il ruolo, la qualità e le capacità delle comunità locali di utenti e di lavoratori nella rigenerazione di queste importanti risorse collettive e nella erogazione di servizi funzionali al benessere individuale e collettivo. Stiamo vivendo un cambio di paradigma sociale ed economico, diverse le novità nel panorama legislativo, nuovi strumenti e nuove forme d’impresa, come le cooperative di comunità, le b-corp, i partenariati sociali, speciali, per l’innovazione, il baratto amministrativo, i social impact bonds un intero sistema in movimento che porterà a cambiamenti radicali nei prossimi decenni, ma che già oggi comincia a generare i primi effetti e a mettere in evidenza i primi problemi.
In questo panorama, quale ruolo intende giocare la cooperazione?
Cooperative in cammino vuole essere un momento di riflessione, analisi ed elaborazione di proposte per un modello nuovo di relazione tra pubblico e privato, dove il privato sono i cittadini che si attivano, si auto-organizzano, le comunità locali che perseguono interessi generali. Sorge la necessità di definire modelli cooperativi più aperti e partecipati, che prevedano il coinvolgimento dei cittadini nella gestione di beni e servizi di interesse comune e sperimentare nuove forme di dialogo tra questi attori di interesse generale e la pubblica amministrazione. Non si chiede più al pubblico di ragionare in una logica di “appalto”, “concessione” o “favore”, bensì in una dimensione paritetica e partenariale. Seguendo questa logica le comunità non sono “altro” rispetto al pubblico, inteso come Stato-apparato, non sono “alternative” agli enti locali, ma devono vedersi “riconosciute” come un’altra dimensione del pubblico, inteso come Stato-comunità. Con queste comunità la p.a. deve co-progettare e co-gestire beni e servizi, responsabilizzandole e coinvolgendole in formule sempre più complesse di cura e gestione comune della “cosa pubblica”.
Cooperative in cammino vuole essere il luogo d’incontro delle esperienze cooperative che su questi temi sperimentano nuove modalità organizzative, nuove risposte per le esigenze dei cittadini, nuove forme di partenariato con le amministrazioni pubbliche, nuove tecniche di finanziamento, come un fondo pubblico di garanzia per il riacquisto civico dei beni comuni, valorizzando le innovazioni contenute nel nuovo codice dei contratti e dimostrando il ruolo centrale che lo sviluppo locale di comunità può giocare in una più ampia strategia di sviluppo economico del Paese che riconosca nella missione di inclusione e coesione sociale che le cooperative svolgono in molti territori il modo attraverso il quale rendere questo sviluppo giusto, sostenibile e democratico. L’obiettivo è quello di costruire le condizioni per una nuova stagione cooperativa, più aperta, partecipata, capace di guidare in modo organico e trasversale i processi di sviluppo economico locale, in settori come la cultura, il turismo, il benessere di comunità, l’agricoltura, la mobilità, i servizi energetici e tecnologici, senza mai perdere di vista le opportunità e gli strumenti disponibili. Cooperative in Cammino vuole così essere anche un momento per conoscere tali opportunità e approfondire gli strumenti che spesso hanno potenziali poco conosciuti.
Nell’ambito dell’iniziativa sarà presentata e distribuita la “Carta di Gaverina Terme” di Legacoopsociali.